Un post sul posto dove scrivo i post

I giapponesi fanno ooh
che meraviglia, che meraviglia

Sono seduto su una comoda poltrona manageriale, con ruote e braccioli, di fronte a un monitor a cristalli liquidi, al primo piano interrato di un grattacielo di oltre quaranta piani situato in George Street, una delle arterie principali del centro di Sydney. Il computer che sto utilizzando – al pari degli altri duecento che gli stanno vicino, in un open space ipertecnologico – è dotato di webcam, cuffie, microfono e di tutti i programmi di cui un cibernauta (anche di medio-alto livello) può avere bisogno. Il costo del servizio è quasi ridicolo: un dollaro all’ora.
Senza questo internet point, le cronache telematiche dall’Austrambia riuscirebbero molto più lacunose e sporadiche di quanto già non appaiano.
Il posto non
è dei più tranquilli e rilassanti, ma oramai – dopo tre mesi di frequentazione quasi quotidiana – qui sono di casa, e riesco a concentrarmi e scrivere nonostante i fattori di disturbo siano diversi.

Innanzitutto, la musica: i programmi radio in diffusione trasmettono canzoni sempre uguali a se stesse, ossessivamente ripetute giorno dopo giorno, come se il repertorio delle stazioni locali si limitasse ai quattro o cinque successi del momento.

In secondo luogo, una comitiva di napoletani che ogni sera, verso le nove e mezza, fa il suo ingresso fragoroso nell’internet café. Si tratta di tre famiglie venute in Austrambia per una lunga vacanza di novanta giorni, ma fermatesi a Sydney per più di due mesi, secondo lo stile stanziale dei turisti italiani moderni, ormai dimentichi dei viaggi avventurosi degli illustri antenati Polo e Colombo. I maschi – adulti e bambini – consultano ansiosi il web per aggiornarsi sugli acquisti del ciuccio e si scambiano ad alto volume le notizie da un capo all’altro della sala; le femmine intrattengono i parenti – collegati via skype dalle pendici del formidabil monte sterminator Vesevo – importunando i pazienti giapponesi che siedono accanto a loro e che vengono amichevolmente costretti a sorridere e ossequiare in faccia alla webcam. Un componente della compagnia si inserisce anche nella mia conversazione con zia Maria e insiste tanto per salutarla.
Cos
ì mi ritrovo ogni volta a digitare queste righe in un crescendo di "Ciro!", "Ué! Ma che ‘re? E famme parla’ pur’a mmé…", "Mamma vado a cambiare i soldi" – parole, queste ultime, più consone ad una sala giochi di Sangineto in agosto che ai grattacieli di una metropoli.
Il terzo fattore di disturbo è rappresentato dai ragazzi venuti dall’oriente: accaniti giocatori di videogames su internet che commentano ogni passaggio cruciale delle loro partite riproducendo a volume massimo i caratteristici versi di stupore che i loro connazionali più maturi emettono in presenza di qualunque pezzo di marmo o tela colorata in cui si imbattono nei loro viaggi europei.
L’aspetto più affascinante e misterioso del mio internet point è infatti la sala giochi, separata dai computer di uso comune mediante una vetrata. All’ingresso di questo spazio dedicato c’è una scritta – "no noobs" – il cui significato mi risulta inizialmente oscuro. Dopo una breve inchiesta, capisco che fa riferimento ad una pratica esoterica e vuol dire che i non iniziati alle dottrine elettronico-giocherecce non sono accettati nella sala. Per una descrizione più dettagliata del fenomeno ludico-discriminatorio, suggerisco la lettura di questa pagina di Wikipedia.
Da quasi tre mesi vedo gli adepti di questa sorta di rito orfico accedere quasi ipnotizzati al tempio, e a causa di un sentimento di rispetto ma anche di paura non ho mai il coraggio di profanarne il vestibolo. Sono certo che alcuni di questi giovani ossessionati fedeli finiranno per essere ricoverati in una di quelle assurde San Patrignano giapponesi o coreane
in cui si cura la dipendenza da videogames

Ok computer!

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15 Responses to Un post sul posto dove scrivo i post

  1. ZiEr says:

    Austrambio…
    tratta bene la cuginetta…
    un AbraXo da ZiEr…
    PS: Ma Beppe Grillo c’è pure in Austrambia?

  2. Enrica says:

    Quella in cui ti si chiede udienza per parlare un pò con la cuginetta, cioè io …:)

  3. austrambio says:

    Scusa,
    ma quale domanda?
    Ma quale carta bollata?

  4. Enrica says:

    Giovà ma t’è arrivata a domanda in carta bbollata..?

  5. ZiEr says:

    Nessuno tocchi Fidel!

    Un Abraxo da ZiEr

  6. pinto says:

    Senti giovanale ma quando torni me la porti la racchetta di pat cash?

  7. Enrica says:

    Ohi ciuatu :D…

  8. Enrica says:

    Gionni senti ho combinato qualche castroneria con skype,qnd sei sul web mi avverti? baci!

  9. 99 posse says:

    Simma turnata!

    W le ferie, Abbasso il lavoro.

  10. austrambio says:

    Non lo sapevo, ma devo dire che non sono meravigliato.
    Tuttavia, questo non significa che non mi girino le palle lo stesso. E parecchio.
    Zia Maria ricambia i saluti.

  11. Piers says:

    Incontro Ciccio Guz in quel di Diamante e mi viene a dire che sei ritornato dall’altra parte del mondo… in aggiunta mi comunica l’esistenza del blog e quindi ekkime qui.

    Ho passato un po’ a leggere delle tue avventure… ti dirò… un po’ mi hai fatto venire nostalgia del viaggio che anche io ho avuto modo di fare quest’inverno… di certo per motivi meno “spirituali” dei tuoi, ma comunque spinto da una sorta di uguale incazzata disillusione per il momento che stiamo passando.

    Perciò come si dice dalle tue parti, best of luck per il prosieguo e se capiti in quel di Melbourne, mandami un msg – adesso che ti sei finalmente cellularizzato – che per qsiasi evenienza ho cari amici che lì oramai vivono e lavorano da tempo!

    Ni sintimu,
    P.

  12. albè says:

    Eccoti finalmente, alive and typing. Ti giro un link, se non l’avessi letto, sull’incrocio fra un mio concittadino e la tua terra.
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/08_Agosto/29/spari_benigni_calabria.shtml
    E già che ci sei, salutami pure a me la zia Maria. Baxs

  13. vibot says:

    cci nni su
    chi?
    novità!

    P.S. caro giansi..ti sto per mandare una mail di riscossione. a me l’onere di abbbussare a denari per te e la tua consorte…Giovanni Consorte?..
    un abbraccione

  14. Ox says:

    io per il momento esprimo la mia gioia nel rileggere le cronache austrambiate…a nome della comunità nomade, e dico che ci sei mancato. Sono tentato dal firmarmi “Ciro” ma forse non gradiresti. Salutoni, allora, da Gennariello

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