I giapponesi fanno ooh
che meraviglia, che meraviglia
Sono seduto su una comoda poltrona manageriale, con ruote e braccioli, di fronte a un monitor a cristalli liquidi, al primo piano interrato di un grattacielo di oltre quaranta piani situato in George Street, una delle arterie principali del centro di Sydney. Il computer che sto utilizzando – al pari degli altri duecento che gli stanno vicino, in un open space ipertecnologico – è dotato di webcam, cuffie, microfono e di tutti i programmi di cui un cibernauta (anche di medio-alto livello) può avere bisogno. Il costo del servizio è quasi ridicolo: un dollaro all’ora.
Senza questo internet point, le cronache telematiche dall’Austrambia riuscirebbero molto più lacunose e sporadiche di quanto
Il posto non è dei più tranquilli e rilassanti, ma oramai – dopo tre mesi di frequentazione quasi quotidiana – qui sono di casa, e riesco a concentrarmi e scrivere nonostante i fattori di disturbo siano diversi.
Innanzitutto, la musica: i programmi radio in diffusione trasmettono canzoni sempre uguali a se stesse, ossessivamente ripetute giorno dopo giorno, come se il repertorio delle stazioni locali si limitasse ai quattro o cinque successi del momento.
Così mi ritrovo ogni volta a digitare queste righe in un crescendo di "Ciro!", "Ué! Ma che ‘re? E famme parla’ pur’a mmé…", "Mamma vado a cambiare i soldi" – parole, queste ultime, più consone ad una sala giochi di Sangineto in agosto che ai grattacieli di una metropoli.
Il terzo fattore di disturbo è rappresentato dai ragazzi venuti dall’oriente: accaniti giocatori di videogames su internet che commentano ogni passaggio cruciale delle loro partite riproducendo a volume massimo i caratteristici versi di stupore che i loro connazionali più maturi emettono in presenza di qualunque pezzo di marmo o tela colorata in cui si imbattono nei loro viaggi europei.
Da quasi tre mesi vedo gli adepti di questa sorta di rito orfico accedere quasi ipnotizzati al tempio, e a causa di un sentimento di rispetto ma anche di paura non ho mai il coraggio di profanarne il vestibolo. Sono certo che alcuni di questi giovani ossessionati fedeli finiranno per essere ricoverati in una di quelle assurde San Patrignano giapponesi o coreane in cui si cura la dipendenza da videogames…
Ok computer!
Austrambio…
tratta bene la cuginetta…
un AbraXo da ZiEr…
PS: Ma Beppe Grillo c’è pure in Austrambia?
Quella in cui ti si chiede udienza per parlare un pò con la cuginetta, cioè io …:)
Scusa,
ma quale domanda?
Ma quale carta bollata?
Giovà ma t’è arrivata a domanda in carta bbollata..?
Nessuno tocchi Fidel!
Un Abraxo da ZiEr
Senti giovanale ma quando torni me la porti la racchetta di pat cash?
Ohi ciuatu :D…
Castrista!
Gionni senti ho combinato qualche castroneria con skype,qnd sei sul web mi avverti? baci!
Simma turnata!
W le ferie, Abbasso il lavoro.
Non lo sapevo, ma devo dire che non sono meravigliato.
Tuttavia, questo non significa che non mi girino le palle lo stesso. E parecchio.
Zia Maria ricambia i saluti.
Incontro Ciccio Guz in quel di Diamante e mi viene a dire che sei ritornato dall’altra parte del mondo… in aggiunta mi comunica l’esistenza del blog e quindi ekkime qui.
Ho passato un po’ a leggere delle tue avventure… ti dirò… un po’ mi hai fatto venire nostalgia del viaggio che anche io ho avuto modo di fare quest’inverno… di certo per motivi meno “spirituali” dei tuoi, ma comunque spinto da una sorta di uguale incazzata disillusione per il momento che stiamo passando.
Perciò come si dice dalle tue parti, best of luck per il prosieguo e se capiti in quel di Melbourne, mandami un msg – adesso che ti sei finalmente cellularizzato – che per qsiasi evenienza ho cari amici che lì oramai vivono e lavorano da tempo!
Ni sintimu,
P.
Eccoti finalmente, alive and typing. Ti giro un link, se non l’avessi letto, sull’incrocio fra un mio concittadino e la tua terra.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/08_Agosto/29/spari_benigni_calabria.shtml
E già che ci sei, salutami pure a me la zia Maria. Baxs
cci nni su
chi?
novità!
P.S. caro giansi..ti sto per mandare una mail di riscossione. a me l’onere di abbbussare a denari per te e la tua consorte…Giovanni Consorte?..
un abbraccione
io per il momento esprimo la mia gioia nel rileggere le cronache austrambiate…a nome della comunità nomade, e dico che ci sei mancato. Sono tentato dal firmarmi “Ciro” ma forse non gradiresti. Salutoni, allora, da Gennariello