Finalmente Sydney.
Arrivo alle nove e mezza del 28 maggio, ma un piccolo contrattempo mi trattiene per circa due ore all'aeroporto. Dopo l'atterraggio, la signora dell'ufficio immigrazione incolla il visto sul mio passaporto, ma il suo inefficiente collega – credo trattasi di questurino australe -, nonostante mi lasci passare, dimentica incredibilmente di apporre il timbro d'ingresso. Così metto piede in Oceania, ma lo faccio praticamente da clandestino. Non che questo mi procuri particolari problemi di identità, anzi. Tuttavia non vorrei essere rimpatriato alla prima verifica dei documenti: quindi torno indietro, chiedo spiegazioni e dopo un'ora ottengo l'agognato timbro.
Per i primi giorni decido di sistemarmi nell'ultimo ostello dove avevo alloggiato due anni fa, subito prima di ritornare in Italia. Il Railway Square YHA – che sta per Youth Hostels Australia (Ostelli della gioventù australiani), dove tuttavia vengono accolti anche gli ormai non più giovani – si trova di fianco alla stazione centrale dei treni e alcune stanze sono ricavate in vecchi vagoni posizionati su un binario morto. L'ostello non è tra i più economici, ma è facile raggiungerlo dall'aeroporto e poi mi piace – nietzschianamente – iniziare questo viaggio dove era finito l'altro.
Gli accessi di narcolessia dovuti al fuso orario e al lungo viaggio in aereo appesantiscono i miei primi tre giorni di permanenza. Per di più, aquí in Austrambia è tutto ara 'mmersa, e ciò alimenta il mio disorientamento:
in cielo, la Croce del Sud al posto dell'Orsa Maggiore, i candidi e graziosi gabbiani in compagnia di policromatici pennuti esotici al posto dei ratteschi piccioni romani e l'aria tersa e respirabile anche se il traffico non manca; a terra, gli opossumi che scorrazzano di sera dinoccolati e paciosi nei parchi del centro, la gente che rocambolescamente mangia gli spaghetti o il riso camminando per strada – in una versione prosaica e postindustriale dell'aborigeno (d'Australia) creare cantando e camminando o dello zapatista camminare domandando -, la guida a sinistra, i tassisti indiani al volante col turbante, meno di mezza decina di scooter circolanti in tutto il centro di Sydney e i semafori che emettono un metallico suono di sgommata quando scatta il verde.
E nemmeno un ecclesiastico, di qualsivoglia ordine, per strada.
Tuttavia…
Austrambia, You're the reason I'm a-travellin' on
So don't think twice, it's all right…
Ps: dal prossimo post comincia l'aggiornamento in tempo più reale. Magna cum novitate.
Scusate il ritardo.
in cielo, la Croce del Sud al posto dell'Orsa Maggiore, i candidi e graziosi gabbiani in compagnia di policromatici pennuti esotici al posto dei ratteschi piccioni romani e l'aria tersa e respirabile anche se il traffico non manca; a terra, gli opossumi che scorrazzano di sera dinoccolati e paciosi nei parchi del centro, la gente che rocambolescamente mangia gli spaghetti o il riso camminando per strada – in una versione prosaica e postindustriale dell'aborigeno (d'Australia) creare cantando e camminando o dello zapatista camminare domandando -, la guida a sinistra, i tassisti indiani al volante col turbante, meno di mezza decina di scooter circolanti in tutto il centro di Sydney e i semafori che emettono un metallico suono di sgommata quando scatta il verde.
E nemmeno un ecclesiastico, di qualsivoglia ordine, per strada.
Tuttavia…
Austrambia, You're the reason I'm a-travellin' on
So don't think twice, it's all right…
Ps: dal prossimo post comincia l'aggiornamento in tempo più reale. Magna cum novitate.
Scusate il ritardo.
un bel 3 in pagella.
ho capito, ma se tu sottrati dalla distanza sidney-roma quella di sidney-parigi ci hai 46 km come risutlanza della questione.
bau.
veramente si tratta di due distanze diverse: la distanza tra sydney e roma e quella tra sydney e parigi, credo.
E non della distanza tra roma e parigi.
In ogni caso non è normale che roma sia più lontana da sydney di parigi, a meno di fare il giro del mondo dall’altro lato.
Del resto, come ho giansaggiamente detto, qui è tutto ara ‘mmersa.
ma com’è che nel cartello sopra parigi sta a 46 km da roma? secondo me si son sbagliati con frosinone.
diglielo.
Conquest è uno dei brani che compongono l’ultimo dei White Stripes, hai avuto odo di ascoltarlo?
Per i concerti se ti capita ascolta i Radio Birdman…
sono australiani…
un abraxo
da ZiEr
‘U sa che mi fa piacere… continua così.
Per la musica: non so bene come si fa a caricare file sonori; comunque non mi interessa, per ora. Prossimamente inserirò recensioni di concerti cui spero di assistere. Per il momento mi limito a citare testi di canzoni cui sono particolarmente legato…
ciao,
a presto su queste pagine
Sul blog manca un po’ di musica….
una scelta imposta….
o un libero impedimento?
e se ti fa piacere sappi che ogni giorno leggo sul tuo blog…
alla prossima ZiEr
un Abraxo
Se qualcuno volesse vedere la mia effigie:
colonna di destra dell’homepage, cliccare album, poi australia, poi sydney e poi… eccomi qua.
Forse gli occhi rossi (colpa della macchina fotografica) non rendono bene la mia essenza paciosa… ma del mio essere dinoccolato nessuno dovrebbe dubitare.
Un marsupiale abbraccio.
grazie per i complimenti ZiEr, nonostante l’ironia di Mario Luzzi
(per chi non conosce bene la provincia di Cosenza, Luzzi e’ un paese che fa un bel trio con altri due paesi vicini. Da noi si dice: “Acri, Bisignano e Luzzi: tre paesi con i cazzi”).
La prossima mercoledì, o giovedì.
ciao Mario,
certo che puoi, anzi devi.
Ti chiedo solo una cosa: ma tu non eri trapassato circa un paio di anni fa?
Non pensavo che nel paradiso dei poeti ci fosse anche l’internet.
E bravo aru niputi…
è proprio un blog veriguddi….
Alla prossima…..
ZiEr
Ue Giova’
posso usare “dinoccolati e paciosi” in una mia prossima poesia?
Ciao, sono un opossum dinoccolato e pacioso.
ma anche i treni vanno a sinistra in Australia?
PROBLEMA TECNICO.
SE IL SISTEMA VI DICE CHE IL COMMENTO INVIATO DEVE ESSERE AUTORIZZATO DAL PROPRIETARIO, CIOE’ ME MEDESIMO, NON PREOCCUPATEVI. LO FA ANCHE A ME.
PROVVEDERO’ IO A RENDERE VISIBILI I COMMENTI INOPINATAMENTE CENSURATI.
C’E’ UN PROBLEMA TECNICO, NON HO DECISO DI FARE LO STALIN DELL’AUSTRAMBIA.
VI ABBRACCIO SIEMPRE
yes, i do. Lo dicevo a beneficio di altri lettori….. chiaramente…..
Picchì? No?
In che senso potabile?
You speak English very well, Pinto. Don’t you?
Alzi la mano chi non ha perfettamente presente la faccia di giansanti all’ufficio immigrazione: ” Ma, veramente, diceamo, mancherebbe il timbro.. eh maegari…”
P.s.: parlate potabile, please
Ara ‘mmersa= inversamente, al contrario.